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«L'umiltà di Sant'Umile sia un esempio per i giovani»


Il regista cosentino Luca Fortino racconta la fatica per realizzare il suo sogno

professionale e personale: far conoscere la vita del «fraticello» di Bisignano

 

La storia dell'umile «fraticello» di Bisignano, dedito alla raccolta degli ortaggi e alla preghiera, presto diventerà un film. Un progetto a cui si lavora da tempo e che ora sembra concretizzarsi davvero. Perché il giovane regista cosentino, Luca Fortino, oltre a essere grande devoto di Sant'Umile da Bisignano, è anche fortemente motivato e determinato nel realizzare un sogno. Professionale e personale.


Quando e da cosa nasce l'idea di un film su Sant'Umile da Bisignano?
«Dopo enormi sacrifici oggi, qualunque siano gli sviluppi, mi sento un po' l'iniziatore di questo grande progetto cinematografico e religioso, che porterà alla produzione del film. L'idea nasce nell'ormai lontano 2008, quando per caso mi trovai nel convento di Sant'Umile a Bisignano e in quell'occasione presi tra le mani una piccola brochure che riassumeva la sua vita. Da cattolico mi vergognai di non sapere nulla di frà Umile e pertanto approfondii gli studi. Subito mi sono innamorato del singolare percorso di vita del fraticello di Bisignano e ho deciso di scrivere una sceneggiatura. Il lavoro durò nove mesi e fu realizzato attraverso tutti i testi disponibili in commercio e con la collaborazione di padre Giuseppe Murdaca, profondamente preparato sulla via del pio fraticello. Mi convinse pienamente la sua irrazionale umiltà caratteristica di tutta la sua vita».
A che punto è, adesso, il progetto?
«Dopo l'interruzione dei lavori, oggi stiamo ripartendo da zero con la formula del crowfounding. Mentre se ne comincia a parlare, tuttavia, sono già al lavoro da mesi per costruire un progetto che andrà oltre le aspettative dei cittadini».
Che cosa ha scoperto della vita del Santo?
«Penso sia più che sufficiente la risposta di Karol Wojtyla che lo ricordò, durante il processo di Santificazione, con questa frase: "Nella nostra società, nella quale troppo spesso sembrano disperdersi le tracce di Dio, frà Umile rappresenta un lieto e incoraggiante invito alla mitezza, alla benignità, alla semplicità e a un sano distacco dai beni effimeri del mondo"».
Nel film ci sarà il coinvolgimento delle maestranze locali?
«Nella misura compatibile con le necessità della produzione».
Chi farà parte del cast? Attori nazionali o artisti calabresi?
«Lavoro alla squadra da tempo, già da quando riproposi, per la seconda volta, all'amico bisignanese Massimo Brunosio di ricominciare insieme la missione "film Sant'Umile". Il cast sarà composto da attori professionisti nazionali anche se pochi giorni fa ho ricevuto conferma di due attori americani che potrebbero arricchire il gruppo. Non nascondo che la notizia mi ha fatto girare letteralmente la testa anche se tutto dipenderà dai risultati raggiunti con il crowfounding. Bisogna tener conto che per realizzare un progetto della dimensione che ci stiamo proponendo, è necessaria la partecipazione di affermati professionisti. Tuttavia sarò felice di poter dare la possibilità anche a talenti locali di far parte della produzione in piccoli ruoli. Sarà poi necessaria la partecipazione dei devoti come comparse in tutte quelle scene in cui frate Umile interagiva con la folla».
Quale è il messaggio che vuole lanciare con la realizzazione del film?
«Anzitutto mi piacerebbe che tutti conoscessero la vita di frà Umile e che lo stesso possa diventare un esempio per le nuove generazioni. Spero sinceramente che il messaggio del Santo bisignanese diventi una medicina per tutte quelle persone che con troppa facilità usano violenza nei confronti del prossimo».
Il giovane regista cosentino tiene i piedi per terra e prendendo ad esempio l'umiltà di Sant'Umile è determinato a realizzare un progetto a cui lavora da ben sei anni, spesso lottando con «le istituzioni che – spiega con una nota di rammarico – mi hanno promesso sostegno e supporto pure economico ma, purtroppo, solo a parole».

Mirella Molinaro