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Tu sei Amore! Guardando dentro la mia storia, non posso che pensare a questo sentimento con il quale Francesco chiama per nome il nostro Padre celeste. Dalla mia creazione fino ad oggi, la mia vita è stata sempre accompagnata da questo forte sentimento, a volte ero in grado di sentirlo altre invece, lo cercavo al posto sbagliato quindi senza mai trovarlo.
Sicuramente la prima forma di amore che ricevetti fu quell’amore che nessuno di noi può ricordare, ma che senza di esso le nostre vite sarebbero state sicuramente diverse. L’amore di cui parlo è l’amore che ogni bimbo riceve dai propri genitori, dalla propria famiglia. Io ebbi la grazia di nascere in una sana famiglia cristiana: mio padre è originario di Rizziconi mentre mia madre è di Molochio ed entrambi hanno sempre dato il loro meglio affinché, sia io che mio fratello, potessimo crescere sani nel loro amore e in quello di Dio. Mamma e papà si sono sempre dati da fare in parrocchia (coro, Caritas, ministri dell’Eucarestia, catechismo, ecc.) ed io fin da ragazzo seguì il loro esempio. Crebbi all’interno dell’Azione Cattolica, con piacere andavo a messa e al catechismo ed ero sempre presente quando in parrocchia c’era qualcosa da fare.  Ho trascorso questo periodo senza alcun vero e profondo interesse, anche da ragazzo, avevo una fede molto superficiale, facevo quelle cose giusto perché mi era stato insegnato che andavano fatte, ma nonostante ciò, crescendo mi ritrovai ad essere anche educatore ed animatore dell’AC. Diventando adolescente e formando un mio modo di ragionamento, non mi bastava più come motivazione del mio “fare” il fatto che mi sia stato insegnato così, sentivo sempre di più il bisogno e il desiderio di maggior conoscenza e di trovare un senso a tutti quei riti che vivevo. Giovanni Paolo II invitava i cristiani a spalancare le porte a Cristo, io senza volerlo, attraverso questa ricerca, questi desideri, lasciai uno spiraglio aperto, e Dio se lo fece bastare affinché il suo amore trovasse dimora presso il mio cuore e nella mia vita. Intanto, finita la scuola superiore, il mio unico desiderio fu quello di andare lontano dalla Calabria e farmi una vita indipendente in cui fossi io a scegliere chi o cosa essere; ma la mia ingenuità non ha limiti, non potevo mai sapere che c’era chi avesse già scelto per me e per la mia felicità. E fu proprio da questo periodo in poi che la mia vita iniziò a prendere una piega diversa. Provai il test d’ingresso all'università di Ferrara ma inutilmente perché non lo superai. Ero arrabbiato con me stesso per non aver dato il meglio di me e con Dio perché non capivo i suoi progetti. Fui così obbligato a iscrivermi, con molta delusione, all’università di Cosenza. Però proprio in questo periodo difficile il Signore risollevò tutto, perché, senza alcun preavviso, mi ritrovai ad essere presidente parrocchiale del gruppo di AC della mia parrocchia. Ebbi una grande paura prima di accettare perché avrebbe significato mettermi fin troppo in gioco, troppe responsabilità, avevo ancora 18 anni. Poi però mi fidai perché capii che ogni pezzo del puzzle stava andando al suo posto; mi era tutto più chiaro: il Signore mi chiedeva altro. Sapevo che questo nuovo cammino non lo avrei fatto da solo perché era Lui che me lo chiedeva e non mi avrebbe certamente abbandonato. Questa, forse, fu la prima volta in cui osai rischiare e fidarmi alla cieca, ma feci bene perché fin da subito iniziò un dialogo più aperto, intimo e personale. Sentivo un forte desiderio per la preghiera, l’adorazione. Avevo il bisogno di trovare dei momenti in cui fermarmi e stare, stare con me stesso; e non è facile. E proprio durante una missione al popolo, che i frati fecero nel mio paese, che sentii, ancora con più forza, il desiderio di dare concretezza alla mia vita, di mettermi in gioco per farmi trovare ed essere trovato. Fin da piccolo conobbi la figura di Francesco perché in famiglia ci sono alcuni terziari, le gite annuali con mamma e papà avevano come tappa quasi sempre Assisi, ma con la conoscenza dei frati ebbi l’occasione di toccare con mano cosa Francesco portò nella vita di quella persone, quanto fosse forte il suo ideale ma soprattutto quanto potesse essere forte nella mia vita. La missione e tutte le esperienze che seguirono mi aiutarono a guardare passato in modo diverso, con occhi diversi. Riguardando la mia breve esperienza di vita mi girava in testa sempre la stessa domanda: PERCHÉ’?! Perché fin da piccolo conobbi Francesco? Perché lo avevo quasi dimenticato per poi incontrarlo veramente e lasciarmi stravolgermi la vita? Perché non sono entrato a Ferrara? Perché come unica possibilità era rimasta Cosenza? Perché sono stato eletto presidente dell’AC prima ancora che iniziassi gli studi a Cosenza? Perché mi sono trovato male il primo anno a chimica? Perché dopo la missione mi stavano per sfuggire i frati? Perché in due anni di università, in due corsi differenti, non sono riuscito a trovare ciò di cui avevo bisogno? Quando mi sorsero tutti in una volta questi perché mi sentii davvero smarrito, senza nessuna strada da percorrere, senza nessuna scelta concreta di vita ma oggi ho trovato la risposta ai perché: DIO È AMORE!! E mi ha sempre amato, ad ogni perché la risposta è sempre la stessa, Dio mi ama. Non credo alle coincidenze ma credo nella grazia e nella provvidenza di Dio. Lui mi ha sempre guidato, ha fatto sì che ogni volta che sbagliavo direzione fossi tornato su quella giusta, su quella che Lui già tracciò per me. Da questa certezza traggo la forza e la perseveranza di continuare il percorso che Lui mi indica ogni giorno e che mi indicherà sempre, perché, come dice S. Giovanni “noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui “(1Gv 4,16).

Rosario Morgante