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I Frati Minori in Calabria

Quando San Francesco di Assisi si rese conto del continuo e meraviglioso aumento numerico dei suoi figli e seguaci ritenne opportuno, nel Capitolo Generale del 1217, dividere in Provincie, l’Ordine o Istituto dei Frati Minori (cioè fratelli che tendono a realizzare al meglio possibile una vera fraternità e a vivere in umiltà, da minori).
Nel primo elenco delle Provincie dell’Ordine la Calabria figura al sesto posto, avendo annessa a sé anche la Sicilia.
Il primo Ministro, cioè superiore provinciale, in Calabria fu il Beato Pietro Catin, marchigiano, discepolo di San Francesco, inviato dal santo Fondatore insieme con un altro discepolo il Beato Perio da Crotone.
7MartiriBen presto giovani entusiasti e generosi abbracciarono l’ideale del Poverello d’Assisi, si sparsero in vari centri della regione e sette frati, partiti come missionari, coronarono la loro vita con la gloria del martirio. Essi sono: San Daniele Fasanella da Belvedere Marittimo, Ministro Provinciale, Sant’Ugolino da Cerisano, San Nicola Abenante e San Leone Somma da Corigliano Calabro, San Samuele Iannitelli, Sant’Angelo Tancredi e San Donnolo Rinaldi da Castrovillari, quest’ultimo frate non Sacerdote come Sant’Umile da Bisignano solennemente canonizzato il 19 maggio 2002.
Questi martiri furono uccisi per la fede a Ceuta nel Marocco il 10 Ottobre 1227. Da allora in poi la Provincia Minoritica di Calabria fu denominata dei Santi Sette Martiri che essa venera come celesti protettori.
Il seme portato da Assisi a poco a poco cresce e si sviluppa in modo stupendo: fioriscono nei vari centri abitati diversi conventi, la cui erezione è richiesta a gara da nobili, popolani ed ecclesiatici.
Il grande storico francescano Luca Wadding riferisce, nei suoi “Annales”, che già nel 1260 in Calabria vi erano quattro Custodie e in un documento della prima metà del sec. XIV sono riportati i nomi dei conventi raggruppati nelle quattro Custodie:


1. CUSTODIA DI REGGIO: con Reggio, Gerace, Seminara, Nicotera, Tropea, e Monteleone (oggi Vibo Valentia);
2. CUSTODIA DI CROTONE: con Crotone, Catanzaro, Squillace e Nicastro;
3. CUSTODIA DI CASTROVILLARI: con Castrovillari, San Marco Argentano, Corigliano Calabro e Scalea;
4. CUSTODIA DI COSENZA (=val del Crati): con Cosenza, Bisignano, Martirano e Amantea.

Già nel primo secolo di sua vita la Provincia dovette lottare, e non fu la sola, per superare una crisi che minacciava di disgregarla.
L’Ordine Florense, fondato da “il Calavrese abate Gioacchino di spirito profetico dotato” suscitò molto entusiasmo e fervore: la profezia secondo la quale nel 1260 sarebbe avvenuta la fine del mondo, spinse molti frati minori ad abbracciare l’Ordine di Gioacchino da Fiore per meglio prepararsi alla fatidica data.
I superiori, per evitare che i conventi si svuotassero, chiesero l’intervento del Papa che non indugiò a rispondere all’appello emanando decreti con i quali si proibiva espressamente il passaggio da un Ordine all’altro.
Nel frattempo si comincia a sentire, da parte dei frati, l’esigenza di osservare meglio la Regola francescana, si diffonde cioè anche in Calabria il movimento detto dell’Osservanza (primi decenni del secolo XV).
Il primo Vicario provinciale per la Puglia e la Calabria, il Beato Tommaso da Firenze, suscita entusiamo e fervore, chiede ed ottiene case religiose per i frati dell’Osservanza.
Dopo il convento di Mesoraca, in passato dei Basiliani, altri furono ceduti agli Osservanti nella regione tanto che nel Capitolo provinciale di Nicastro del 1580, presieduto dal Ministro Generale Padre Francesco Gonzaga, la Provincia, per l’elevato numero dei conventi (43) e di frati (520), per la fisiologia della regione stessa, montuosa e disagiata per le vie di comunicazione, e per diverse altre cause, fu scissa in due provincie religiose: quelle di Calabria Citra e di Calabria Ultra.
In uno dei conventi di Calabria Citra, San Marco Argentano, i frati ebbero la gioia e il vanto di ospitare per un anno l’uomo che avrebbe più di tutti illustrato per santità la terra di Calabria: San Francesco di Paola.
Altro vanto non indifferente per i frati di Calabria è quello di aver dato origine, in grembo alla loro famiglia religiosa, a quel vasto movimento di riforma che diventerà poi l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Questi riconoscono infatti nei due ex Osservanti Padre Ludovico Comi e Padre Bernardino Molizzi da Reggio Calabria gli iniziatori del loro movimento che darà poi all’Ordine e alla Chiesa uno stuolo glorioso di santi.
A proposito di santi francescani calabresi, rileviamo come il Martirologio dell’Ordine, oltre San Daniele e compagni Martiri, il Beato Pietro Catin e il Beato Perio da Crotone, già menzionati, elenca un’altra ventina di Beati fioriti lungo i secoli fino al 1600.
Ma nell’ambito della santità non vi sono confini: il “Siate perfetti” del Cristo trova sempre anime generose. E così anche in Calabria prende piede e si sviluppa ampiamente il movimento della “più stretta Osservanza” che poi si chiamerà “Serafica Riforma”.
In breve tempo i Riformati furono invitati in molti paesi grandi e piccoli e vennero eretti numerosi conventi.
Quando nel 1639 il Papa Urbano VIII con la bolla “Iniucti nobis”elevò a provincie tutte le custodie riformate, in Calabria si costituirono due provincie riformate: quella di Calabria Citra e quella di Calabria Ultra.
Così i frati lavoravano per il bene spirituale della popolazione che tanto li apprezzava oltre che per la propria santificazione. Molti emersero per bontà e dottrina: per 34 religiosi della Provincia di Calabria Ultra troviamo notizie ed elogi in un manoscritto del 1740 che si conserva nell’Archivio generale a Roma.
Nel secolo XVII rifulse per santità un frate, beatificato solennemente dal Papa Leone XIII nel 1882: Umile da Bisignano, altra fulgida figura dell’Ordine e della Provincia di Calabria che ai nostri giorni ha raggiunto il massimo della glorificazione terrena con la canonizzazione in Piazza San Pietro, da parte del Beato Papa Giovanni Paolo II, il 19 maggio 2002.
Le due provincie minoritiche di Calabria Ultra, quella Osservante e quella Riformata, tanto fiorenti e rigogliose di opere e religiosi, subirono un colpo terribile a causa del disastroso terremoto del 1783. Diversi conventi furono rasi al suolo, quasi tutti subirono gravissimi danni, diversi frati rimasero sepolti sotto le macerie.
La Provincia Osservante, in pratica, scompare da quell’anno: l’unico convento superstite, quello di Polistena, viene incorporato nella Provincia Osservante di Calabria Citra.
Ma non finirono con il terremoto i guai per le due provincie di CalabriaUltra. Subito dopo ci fu la soppressione borbonica che si protrasse fino al 1799. Nel cosiddetto “decennio francese” vennero nuovamente soppressi tanti conventi non solo in Calabria Ultra ma anche in Calabria Citra.
Passata questa bufera i religiosi si diedero da fare per guadagnare il terreno perduto: cercarono di restaurare e di riattivare i conventi una volta tornati in loro possesso e ne accettarono anche di nuovi.
Alla ricostruzione materiale dei conventi nelle tre Provincie fu unita la preoccupazione di formare spiritualmente e culturalmente i frati: l’impegno non fu scarso e vano se si guarda ai frutti che maturarono in seguito.
Infatti le tre Provincie diedero non solo tre Definitori e un Segretario generali ma anche due pastori alla Chiesa: Padre Luigi D’Agazio da Soriano, Vescovo di Trivento (CB) che partecipò al Concilio Ecumenico Vaticano I e morì il 1° Febbraio 1887, ed il Padre Francesco Converti, Arcivescovo di Reggio Calabria, morto il 1° Maggio 1888.
Inoltre non possiamo non ricordare come la Calabria ha dato all’Ordine un Ministro Generale, Padre Bonaventura Poerio da Taverna, che ha governato l’Ordine dal 1694 al 1697, anno in cui fu eletto Arcivescovo di Salerno, dove morì nel 1735. Altri frati secondo lo storico calabrese Padre Fiore, morto nel 1683, una quindicina, ebbero posti di alta responsabilità nell’Ordine e, un’altra quindicina, nella Chiesa come Legati della Santa Sede, Nunzi Apostolici, Arcivescovi e Vescovi.
Il 1866, anno della soppressione generale, fu un’altra tremenda sventura per la già provata vita religiosa: tutti i conventi chiusi, i frati allontanati anche con la forza dalle case religiose, sofferenze di ogni genere, soprattutto morali.
Dopo questa catastrofe, a poco a poco, lentamente, i religiosi si ripresero anche con sacrifici inauditi. Le tre provincie erano risorte, nonostante che la ripresa si presentasse faticosa e piena di incognite.
Maturava intanto un’altra data storica per tutto l’Ordine Serafico: il 4 ottobre 1897 Papa Leone XIII emanava la Bolla "Felicitate Quadam" con la quale, tolta ogni distinzione anche di nome, i frati venivano unificati con il semplice appellativo di Frati Minori, senza alcuna aggiunta, così come erano stati chiamati dal loro Fondatore.
In Calabria l’attuazione pratica della Bolla papale viene sancita con Decreto del Ministro Generale del 24 luglio 1898: le tre provincie sono ridotte ad una; il primo superiore è il Commissario Padre Sisto Paoleschi della Serra Pistoiese. Si contavano riaperti 17 conventi.
Nel luglio 1906 alla Calabria viene aggregata anche la Provincia Minoritica della Basilicata. È con fervore intenso che si cerca di promuovere lo sviluppo della vita francescana: si dà un grande incremento alle vocazioni, si cura molto il colleggio serafico, stabilito a Pietrafitta.
La prima Guerra Mondiale vede impegnati nei vari campi diversi frati, alcuni caduti nella mischia, altri sopravvissuti, ricevettero onorificenze e medaglie al merito.
Nei decenni successivi alla Guerra, fanno onore alla Provincia illustri religiosi: Padre Domenico Franzè da Soriano, valente medico, fecondo e applaudito oratore, che fu il primo sacerdote in Italia a presentare il Vangelo, via radio, con molto successo e per tanti anni.
Molte volte lo sostituì pure con successo, nello stesso compito, un altro degno frate di Calabria, Padre Innocenzo Schipani da Mesoraca, esperto latinista dell’Ordine francescano e stimato docente di lingue orientali nel Pontificio Ateneo Antoniano, in Roma.
Saggio uomo di governo fu Padre Cristoforo Carullo da Stefanaconi, più volte Ministro Provinciale e poi Arcivescovo di Conza.
Figura distinta e di prestigio è pure il confratello Mons. Tarcisio Domenico Cortese, ripetutamente Ministro Provinciale, che nel 1979 divenne Vescovo emerito di Mileto, Nicotera e Tropea.
Altri appuntamenti con i sacrifici, le prove, le sofferenze la Provincia li ebbe nella seconda Guerra Mondiale. Nel settembre 1942, infine, ha termine la pluridecennale convivenza con i frati della Basilicata i quali, da quell’anno vengono aggregati alla Provincia religiosa di Salerno.
Nel Settembre del 1952 viene celebrato con solennità il 50° di fondazione del Seminario serafico di Pietrafitta che, ampliato e completato qualche anno prima, poteva accogliere più di cento fratini.
Dal 1927 una pubblicazione mensile, Germogli Serafici, tiene i contatti tra il Seminario e i religiosi, i benefattori, le mamme serafiche, le zelatrici, gli ex-fratini e con tanti nostri emigranti all’estero.
La nostra Provincia abbraccia tutta e sola la regione calabrese. Ha la sede in Catanzaro ivi trasferita da Tropea nel 1951.
Le case religiose le abbiamo a: Bisignano, Commenda di Rende, Cosenza, Cutro, Lorica, Mesoraca, Pietrafitta, Reggio Calabria, San Marco Argentano, Siderno, Stalettì, Terranova da Sibari, Tropea. Il numero dei frati è sulla cinquantina. Ad essi vanno aggiunti i frati provenienti dalla Provincia religiosa di Venezia che svolgono il loro apostolato a Bovalino e dintorni.
Tra i santuari più importanti da noi curati segnaliamo quello di Sant’Umile da Bisignano dove il santo nacque e morì e dove riscuote una venerazione straordinaria.
Come oasi di pace per il corpo e per lo spirito si possono considerare i tre Santuari della Passione del Signore che da secoli ci sono stati affidati e sorgono tutti nel crotonese:
- Il SS. Crocifisso di Cutro, dichiarato monumento nazionale, in cui si venera uno dei più riusciti crocifissi scolpiti in legno da fr. Umile da Petralia, religioso tra l’altro molto pio ed artista ammirevole;
- La Sacra Spina presso Petilia Policastro, santuario temporaneamente affidato all’arcidiocesi di Croton-Santa Severina: nella Chiesa si ammirano quadri di rinomati pittori e un tabernacolo ligneo grandioso;
- Il SS. Ecce Homo in Mesoraca, perla dei santuari francescani in Calabria: un mirabile busto di Cristo paziente, opera di fr. Umile da Petralia, attira numerosi pellegrini durante l’anno. La Chiesa è meravigliosa, restaurata recentemente, con quadre di valore e una statua marmorea della Madonna del Gaggini.
Le chiese di numerosi conventi, nell’ultimo quarantennio, sono state erette a parrocchie perciò gran parte del lavoro i frati lo svolgono nelle attività pastorali più svariateche richiedono le parrocchie ai nostri giorni.
Altre attività specifiche che impegnano i frati, oggi come ieri, sono: la predicazione nelle sue svariate forme e alle più diverse categorie; il ministero delle confessioni nel quale tanti confratelli si applicano con pazienza, assiduità e competenza; l’accoglienza ai numerosi pellegrini dei nostri santuari, le Missioni al Popolo, la pastorale giovanile, l’assistenza da sempre alle numerose e nutrite fraternità dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) e della Gioventù Francescana (Gi.Fra.), l’assistenza ai poveri, ai malati, ai carcerati ecc.


A cura di
Padre Agostino Piperno