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La vita fraterna in comunità

Una Fraternità in obbedienza caritativa

e servizio reciproco per testimoniare

la riconciliazione in Cristo oltre ogni frattura

 

 

La parola chiave per interpretare la nostra vita e la nostra missione di Frati Minori è la parola fraternità. Siamo una Fraternità. Nella Fraternità accogliamo i Fratelli che il Signore ci dà; coltivando i valori umani, camminiamo verso la maturità umana, cristiana e francescana; accogliamo la parola del Signore e, dalla Fraternità, come Fratelli, andiamo per il mondo ad annunciare la Buona Notizia. Se domandassimo al beato Francesco d’Assisi: «Chi sei tu?»; egli ci risponderebbe: «sono Frate Francesco». Così, se gli chiedessimo di parlarci della sua vita egli, con le parole del Testamento, dopo che il Signore gli concesse di cominciare a fare penitenza, ci parlerebbe solo dei doni del suo Signore, delle opere di Dio, della grazia di Dio, della fede nelle chiese, nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana e dei Fratelli. Come non potremmo capire la vita del beato Francesco senza la grazia della penitenza e la semplicità e certezza della sua fede, così non lo si potrebbe comprendere senza la presenza dei Fratelli che gli Signore gli diede. La vita e la missione di un Frate Minore non possono essere comprese senza la grazia della penitenza, senza la forza della fede, senza i Fratelli che il Signore vuole donargli.

 

La Fraternità francescana, come tutta la vita fraterna in comunità, è partecipazione della comunione trinitaria e nasce dalla viva coscienza di essere «figli del Padre celeste e fratelli di Gesù Cristo nello Spirito Santo»[1]. La Fraternità è, inoltre, prima di ogni altra cosa, un dono che dobbiamo accogliere con gratitudine, ma anche un compito che suppone uno sforzo e un impegno per costruirla, rispettando sempre la persona del Fratello, dono di Dio, così com’è[2].

 

Questa forma di vita, la vita fraterna in comunità, ha come valori unificanti l’unità della fede e del progetto di vita evangelica, che per noi si concretizzano nella Regola e nelle Costituzioni[3]. Allo stesso tempo ha come “strutture” base la persona del Fratello, in quanto essere in relazione, e la figura del Guardiano, animatore della vita dei Fratelli che il Signore gli ha affidato.

 

La più alta vocazione dell’uomo è di «entrare in comunione con Dio e con gli altri uomini suoi fratelli»[4]. La Chiesa «fin dal primo momento si caratterizza come fraternità e comunione nell'unità di un solo cuore e di un'anima sola»[5]. «La storia della vita consacrata testimonia modalità differenti di vivere l'unica comunione – ecclesiale –secondo la natura dei singoli istituti». «La vita fraterna in comune è sempre apparsa come una radicalizzazione del comune spirito fraterno che unisce tutti i cristiani»[6]. Per noi, Frati Minori, la vita fraterna in comunità rappresenta uno degli elementi essenziali della forma di vita, un criterio ineludibile di discernimento per avvicinarci alla verità della nostra adesione a Cristo ed è anche uno dei punti centrali di un’autentica testimonianza di vita evangelica. Proprio per questo la vita fraterna in comunità è uno dei pilastri della rifondazione del nostro Ordine, che si definisce come «una Fraternità»[7].

 

Il nostro Ordine ha partecipato con tutti gli Istituti di vita consacrata al processo di rinnovamento, promosso dalla forza dello Spirito e dalla parola del Concilio Vaticano II. Uno degli aspetti della nostra vita in cui meglio si possono apprezzare i segni del rinnovamento, frutto dell’obbedienza dei Frati allo Spirito e alla Chiesa, è precisamente quello della vita fraterna in comunità.

 

Il nuovo volto delle nostre Fraternità

 

Malgrado le difficoltà incontrate, possiamo tranquillamente far nostra l’analisi che il documento Vita fraterna in comunità fa della vita consacrata in generale. «È impressione diffusa – afferma il documento – che l'evoluzione di questi anni abbia contribuito a far maturare la vita fraterna nelle comunità. Il clima di convivenza in molte comunità è migliorato: si è dato più spazio alla partecipazione attiva di tutti, si è passati da una vita in comune troppo basata sull'osservanza ad una vita più attenta alle necessità dei singoli e più curata a livello umano»[8].

 

Sì, è migliorata la partecipazione dei Frati nel prendere le decisioni, siamo progrediti nel rispetto della persona, nella capacità di confrontarsi come Fraternità nei conflitti, nel discernimento comunitario, nella qualità umana. Le nostre Comunità oggi sono «meno formaliste, meno autoritarie, più fraterne e partecipate»[9]. Si è passati a porre l’accento sull’aspetto comunitario all’interno della dimensione fraterna, comprendendo di più le Fraternità come luoghi di comunione, «dove le relazioni appaiono meno formali e dove l'accoglienza e la mutua comprensione sono facilitati»[10].

 

Mediazioni nella costruzione della Fraternità

 

Tra le mediazioni che hanno aiutato a migliorare la qualità della vita fraterna bisogna segnalare: il progetto di vita fraterna, elaborato in molte Entità, in non pochi casi con passione e partecipazione attiva dei Frati, e valutato periodicamente; la lettura orante della Parola in Fraternità, che a poco a poco si fa strada nella vita di molte Fraternità, manifestandosi in esse come uno strumento di grazia per la crescita interna delle stesse e per l’azione pastorale; il capitolo locale e gli altri incontri della Fraternità, che stanno dando frutti meravigliosi per quelle Fraternità che non si riducono agli incontri per risolvere i problemi amministrativi, ma che ne approfittano per la formazione, per l’elaborazione e la valutazione del progetto di fraternità e la comunicazione autentica e profonda, non solo delle attività, ma anche della vita dei Frati. Molto importanti e fecondi si stanno mostrando anche gli incontri a livello provinciale o Capitoli delle stuoie, e le riunioni interprovinciali, soprattutto quelle a carattere formativo.

 

Il ministero del Guardiano

 

Il ministero del Guardiano si sta rivelando fondamentale nella costruzione della Fraternità. In questi anni l’esperienza e la riflessione ci hanno aiutato a vedere nell’ufficio dei Guardiani un ministero a servizio della comunione dei Frati con Dio e tra loro; un ministero che promuove nella Fraternità la sequela di Cristo; un ministero al servizio del Vangelo – massima autorità nella Fraternità – del carisma e di ciascun Frate; un ministero di accompagnamento spirituale, attraverso il quale il Guardiano deve ispirare, suscitare ed esigere una risposta intima, sincera e responsabile, così che ciascun Frate e l’intera Fraternità vivano e portino a compimento la loro vocazione e missione.

 

La comunicazione

 

Anche la comunicazione ci appare come imprescindibile nella costruzione della vita fraterna. Se per arrivare ad essere fratelli è necessario conoscersi, per conoscersi è necessario comunicare. Quando c’è comunicazione l’aria che si respira nella Fraternità è aria limpida e sana, le relazioni si fanno più strette e familiari, si alimenta lo spirito di partecipazione e cresce il senso di appartenenza.

 

[1] CCGG 38.

[2] Cf Spec 85.

[3] Cf CCGG 42 §2.

[4] VFC 9.

[5] Idem.

[6] VFC 10.

[7] Cf CCGG 1 §1.

[8] VFC 47.

[9] Idem.

[10] RdC 29.