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TERZA LETTERA AD AGNESE DI PRAGA 

[2883] 1Alla signora in Cristo veneratissima e sorella degna d'amore più di tutte le creature mortali, Agnese, germana dell'illustre Re di Boemia, ma ora soprattutto sorella e sposa ([1]) del sommo Re dei cieli, 2Chiara, umilissima e indegna ancella di Cristo e serva delle Donne Povere, augura salutare gaudio nell'Autore della salvezza ([2]) e quanto di meglio essa possa desiderare.

[2884] 3Le liete notizie del tuo benessere, del tuo stato felice e dei tuoi prosperi progressi nella corsa che hai intrapresa per la conquista del celeste palio ([3]), mi riempiono di tanta gioia; 4e tanto più respiro di esultanza nel Signore, perché so e ritengo che tu supplisci magnificamente alle imperfezioni che sono in me e nelle altre sorelle nella nostra imitazione degli esempi di Gesù Cristo povero ed umile.

[2885] 5Davvero posso rallegrarmi, e nessuno potrebbe strapparmi da questa gioia, 6poiché ho raggiunto quello che ho desiderato sotto il cielo, dal momento che vedo te trionfare in una maniera, direi, terribile e incredibile, sostenuta da una prerogativa meravigliosa della sapienza che procede da Dio medesimo, sulle astuzie dello scaltro ([4]) serpente, sulla superbia, che è rovina dell'umana natura, e sulla vanità, che rende fatui i cuori degli uomini. 7E ti ammiro ancora stringere a te, mediante l'umiltà, con la forza della fede e le braccia della povertà, il tesoro incomparabile, nascosto nel campo ([5]) del mondo e dei cuori umani, col quale si compra Colui che dal nulla trassetutte ([6]) le cose.

[2886] 8E, per avvalermi delle parole medesime dell'Apostolo, ti stimo collaboratrice ([7]) di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile Corpo.

[2887] 9Chi potrebbe, dunque, impedirmi di rallegrarmi per sì mirabili motivi di gaudio? 10Gioisci, perciò, anche tu nel Signore sempre ([8]), o carissima. 11Non permettere che nessun'ombra di mestizia avvolga il tuo cuore, o signora in Cristo dilettissima, gioia degli Angeli e corona ([9]) delle tue sorelle.

[2888] 12Colloca i tuoi occhi davanti allo specchio dell'eternità, colloca la tua anima nello splendore della gloria ([10]), 13colloca il tuo cuore in Colui che è figura della divina sostanza ([11]), e trasformati interamente, per mezzo della contemplazione, nella immagine([12]) della divinità di Lui.

[2889] 14Allora anche tu proverai ciò che è riservato ai soli suoi amici, e gusterai la segreta dolcezza ([13]) che Dio medesimo ha riservato fin dall'inizio per coloro che lo amano. 15Senza concedere neppure uno sguardo alle seduzioni, che in questo mondo fallace ed irrequieto tendono lacci ai ciechi che vi attaccano il loro cuore, con tutta te stessa ama Colui che per amor tuo tutto si è donato.

[2890] 16La sua bellezza ammirano il sole e la luna; i suoi premi sono di pregio e grandezza infiniti ([14]). 17Voglio dire quel Figlio dell'Altissimo, che la Vergine ha partorito, senza cessare di essere vergine. 18Stringiti alla sua dolcissima Madre, la quale generò un Figlio tale che i cieli non lo potevano contenere ([15]), 19eppure ella lo raccolse nel piccolo chiostro del suo santo seno e lo portò nel suo grembo verginale.

[2891] 20Chi non sdegnerebbe con orrore le insidie del nemico dell'umano genere, che facendo brillare innanzi agli occhi il luccicore delle cose transitorie e delle glorie fallaci, tenta annientare ciò che è più grande del cielo?

[2892] 21Sì perché è ormai chiaro che l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. 22Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere ([16]) il Creatore, l'anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora ([17]) e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. 23È la stessa Verità che lo afferma: «Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure lo amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora ([18])».

[2893] 24A qual modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, 25tu pure, seguendo le sue vestigia ([19]), specialmente dell'umiltà e povertà di Lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel corpo casto e verginale. 26E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute ([20]), e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo.

[2894] 27Come si ingannano, molte volte, al riguardo, re e regine di questo mondo! 28Quand'anche elevassero la loro superbia fino al cielo e toccassero quasi col capo le nubi, alla fine saranno dissolti nel nulla, come spazzatura.

[2895] 29Passando ora al quesito che mi hai sottoposto, credo di poterti rispondere così. 30Tu mi domandi quali feste il gloriosissimo Padre nostro san Francesco ci raccomandò di celebrare con particolare solennità, pensando, se ben ho capito, che si possa in esse usare una certa maggior larghezza nella varietà dei cibi. 31Nella tua prudenza certamente saprai che, salvo le deboli e le inferme, - verso le quali ci insegnò e ci comandò di usare ogni discrezione con qualsiasi genere di cibo -, 32nessuna di noi, che sia sana e robusta, dovrebbe prendere se non cibi quaresimali, tanto nei giorni feriali che nei festivi, digiunando ogni giorno 33ad eccezione delle domeniche e del Natale del Signore, nei quali giorni possiamo prendere il cibo due volte. 34Ed anche nei giovedì, dei periodi non di digiuno, ciascuna può fare come le piace, cioè chi non volesse digiunare non vi è tenuta.

[2896] 35Ma noi, che siamo in buona salute, digiuniamo tutti i giorni, eccetto le domeniche e il Natale. 36Non siamo però tenute al digiuno - così ci ha insegnato il beato Francesco in suo scritto -, durante tutto il tempo pasquale e nelle feste della Madonna e dei santi Apostoli, a meno che cadessero il venerdì. 37Ma, come ho detto sopra, noi che siamo sane e robuste, consumiamo sempre cibi quaresimali.

[2897] 38Siccome però, non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito ([21]), 39anzi siamo piuttosto fragili e inclini ad ogni debolezza corporale, 40ti prego e ti supplico nel Signore, o carissima, di moderarti con saggia discrezione nell'austerità, quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata, 41affinché, vivendo, la tua vita sia lode ([22]) del Signore, e tu renda al Signore, un culto spirituale ([23])ed il tuo sacrificio sia sempre condito col sale della prudenza ([24]).

[2898] 42Ti auguro di stare sempre bene nel Signore, con la premura con la quale lo potrei augurare a me stessa. Raccomanda me e le mie sorelle nelle tue sante orazioni.

 

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    [1] Cfr. Mt 12,50; 2Cor 11,2.

    [2] Cfr. Eb 2,10.

    [3] Cfr. Fil 3,14.

    [4] Cfr. Gen 3,1.

    [5] Cfr. Mt 13,44.

    [6] Cfr. Gv 1,3.

    [7] Cfr. 1Cor 3,9; Rm 16,3.

    [8] Cfr. Fil 4,4.

    [9] Cfr. Fil 4,1.

    [10] Cfr. Eb 1,3.

    [11] Cfr. Eb 1,3.

    [12] Cfr. 2Cor 3,18.

    [13] Cfr. Sal 30,20.

    [14] Sal 144,3.

    [15] Cfr. 1Re 8,27; 2Cor 2,6.

    [16] Cfr. 1Re 8,27; 2Cr 2,6.

    [17] Cfr. Gv 14,23.

    [18] Gv 14,21.23.

    [19] Cfr. 1Pt 2,21.

    [20] Cfr. Sap 1,7; Col 1,17.

    [21] Gb 6,12.

    [22] Is 38,19; Sir 17,27.

    [23] Cfr. Rm 12,1.

    [24] Cfr. Lv 2,13; Col 4,6.